"Apprezziamo l'approvazione del Piano oncologico nazionale. Ma è necessario precisare, per non creare illusioni su soluzioni che non ci sono, che si tratta soltanto di un atto di indirizzo. Non è un piano strutturato che tiene conto della richiesta fatta dalla Commissione europea per salvare 3 milioni di vite al 2030". Queste le parole di Francesco De Lorenzo, presidente della Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo), rivolte all'Adnkronos Salute in occasione del via libera al nuovo Piano oncologico 2023-2027 da parte della Conferenza Stato-Regioni. 

Nel provvedimento licenziato dalle Regioni "si indicano forme e modi per tener conto della programmazione necessaria per far fronte all'innovazione, fondamentale oggi in oncologia, e alle metodologie e alle iniziative che le Regioni devono assumere". Per questo motivo "chiediamo al Governo italiano, non più al ministro della Salute – evidenzia De Lorenzo - se intende rispondere alla richiesta dell'Europa, rivolta a tutti i Paesi membri, di contribuire insieme alla Commissione europea a salvare vite. Per far fronte alla crescente epidemia di cancro, il Governo dovrebbe decidere di seguire il Piano oncologico europeo, prevedendo attività, tempistiche e finanziamento che nell'atto d'indirizzo non ci sono", dichiara De Lorenzo che è anche presidente della European Cancer Patient Coalition (Ecpc). 

La questione, dunque, "non è più competenza del ministro, ma dell'intero Esecutivo - chiarisce De Lorenzo - perché sono necessari finanziamenti importanti. Bisogna avere il coraggio perché nel Piano approvato non si parla delle indicazioni europee su cui l'Europa ha messo in campo anche 4 miliardi per i Paesi membri". 

Se l'Italia "non si adegua al Piano oncologico europeo - avverte il presidente di Favo ed Ecpc - si perdono anche i finanziamenti". 

02/02/2023